San Valentino di sangue: Non solo amore e cuccioli

Quando sentiamo pronunciare “San Valentino” automaticamente andiamo con la mente ai cuori, i cioccolatini, le rose rosse, ma pochi tra noi ricordano altri eventi legati al 14 febbraio. Oggi vi riporto al 14 febbraio 1929, il giorno di San Valentino forse più truculento che si possa ricordare, in piena crisi economica americana, già un periodo piuttosto oscuro e triste, reso sanguinoso dalla malavita.

Un uomo che tutti conoscono sia per la sua storia in vita che quella leggendaria legata al suo presunto fantasma ad Alcatraz, stiamo parlando di Al Capone, esponente di spicco della mafia italo-americana, che quella notte fece uccidere senza pietà la banda del gangster rivale George Bugs Moran. In una rivisitazione moderna della sparatoria all’Ok Corral, più simile ad una esecuzione a dire il vero, morirono 7 persone in quello che ancora oggi viene considerato il più spaventoso regolamento di conti della storia della malavita.

Capone aveva dei conti in sospeso con Moran causati dal controllo del mercato di alcolici durante il proibizionismo ed aspettò il 14 febbraio proprio perché quel giorno era convocato da una corte federale per un interrogatorio, cosa che gli forniva un alibi perfetto ed inattaccabile.

Gli uomini di Al si travestirono da poliziotti, si presentarono nel garage dei rivali sito al 2122 di North Clark Street, disarmarono gli avversari con estrema facilità e li freddarono messi al muro. Si racconta che solo una delle vittime sopravvisse fino all’arrivo della vera polizia, un tale Frank Gusenberg che, morente, alla domanda su chi gli avesse aggrediti rispose “nessuno mi ha sparato” e poco dopo spirò, seppur abbia molto della leggenda rende perfettamente l’idea dell’omertà che caratterizzava queste persone.

Quindi oggi ricordiamo questi morti che, nonostante fossero dei malavitosi, non sono tornati a casa a portare delle rose alle loro compagne, mogli, fidanzate, niente cuoricini per loro, solo un fiume di sangue del romantico colore dell’amore.

To Peter Gusenberg, Frank Gusenberg, Adam Heyer, Albert Kachellek, Reinhardt Schwimmer, Albert Weinshank e John May.