Le maledizioni dei frati in Sardegna

Le maledizioni dei frati in Sardegna sono una di quelle curiosità poco note, esistono numerose leggende che raccontano di maledizioni scagliate da preti e frati cacciati da conventi e villaggi, cosa che evidentemente doveva essere abbastanza frequente. La studiosa Dolores Turchi le collega all’incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello Stato nel XIX secolo, un fenomeno ben noto, non è infatti un segreto che molti uomini della chiesa riuscirono ad intortare tante famiglie facendosi intestare proprietà e beni materiali.

Vediamo alcuni esempi di tali maledizioni leggendarie:

  • Ollolai: I frati Minori Osservanti, cacciati dopo un presunto delitto, lanciano una scomunica sul villaggio. Seguono pestilenze, carestie e disgrazie.
  • Madama Galdona: Una ricca dama lascia un possedimento ai frati. Spossessati dei beni dal Governo, i frati scomunicano il podere, portando disgrazie ai successivi proprietari.
  • Oliena: Un nobiluomo attenta alla vita del vescovo, che soggiorna dai gesuiti. Il paese viene scomunicato per sette generazioni.
  • Villacidro: Frati Mercenari cacciati per malefatte lanciano una maledizione su Villacidro, tracciando croci con la mano sinistra e minacciando: “Custa fui ad a serbì a s’impiccai finas a sa settima generazioni!”. La leggenda collega la maledizione all’alto numero di suicidi in paese.

Si conosce una di queste nei dettagli, ma probabilmente ne esistono a centinaia:

“Iram Dei onnipotentis incurras, anathemate perpetuo subiceas, maledictiones quae in libro Moysi servis Dei maledictis dantur habeas, in presenti vita semper in aprobium vivas, membris magis necessariis careas, et in futura vita cun Datan et Abiron participium teneas, et cun diabolo et angelis eius ignibus aeternis mancipatus permaneas”.
“Possa tu incorrere nell’ira di Dio onnipotente, soggiacere a un anatema perpetuo, avere le maledizioni che nel libro di Mosè sono date ai servi di Dio maledetti, vivere nella presente vita sempre odiato, mancare degli arti più necessari, e nella vita futura essere in compagnia di Datan e Abiron, e restare prigioniero eterno col diavolo e gli angeli suoi
” Fonte – www.contusu.it

Queste leggende, alimentate dalla religiosità popolare e dalla superstizione, riflettono la tensione tra il potere religioso e la comunità. Ancora oggi, le disgrazie sono spesso attribuite alle maledizioni dei frati.

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