30 giorni di buio, la città esiste realmente.

Molti di voi, compreso me, saranno dagli appassionati di questo film cult, 30 Giorni di buio, quel che forse non tutti sanno è che il luogo dove si svolgono i fatti esiste realmente e mostra un fascino indescrivibile.

Barrow, o meglio sarebbe dire Utqiaġvik, perché questo è ora il nome del luogo, è un comune sito nel nord dell’Alaska, che per la sua estrema vicinanza al circolo polare artico, ha la straordinaria caratteristica di rimanere al buio per dei periodi lunghissimi, rendendolo perfetto come ambientazione per dei film come questo.

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Il motivo del precedente nome è da ricercare in un omaggio a tale Sir. John Barrow, uno scrittore ed esploratore di origini inglesi scomparso a metà 800, membro della Royal Geographical Society, una società scientifica britannica con sede a Londra, mentre l’attuale nome deriva dalla tradizionale lingua inupiaq, un insieme di dialetti e lingue appartenente alla lingua inuit, parlata dal popolo inupiaq in Alaska.

Per quanto il posto possa apparire inospitale è stimato che attualmente vivano a Utqiaġvik più di 4000 persone, che per le condizioni descritte in precedenza è un numero considerevole. Conosco personalmente persone che vivono in condizioni simili, che possono ammirare il sole fino alle 24 in certi periodi e che non lo vedono mai in altri e la loro esperienza non mi è parsa traumatica, segno che l’uomo riesce ad adattarsi ad ogni condizione se davvero decide di vivere in un luogo particolare.

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Ma ora veniamo alle dolenti note, la città non rimane al buio per 30 giorni ma per 60 ed inoltre, il film 30 Giorni di buio, in realtà non è stato girato in Alaska, cosa che avrebbe complicato e non di poco le riprese, ma bensì in Nuova Zelanda dove si è ricostruito magistralmente il comune di Utqiaġvik, quindi se decideste di visitare questo luogo andreste oltre il film, potreste vivere una esperienza ancora più vera, vampiri a parte, forse…

Chi sono

La mia carriera scolastica è ben lontana dal mondo del paranormale, ho frequentato un Liceo Scientifico ed ho proseguito con gli studi di Ingegneria Elettronica, anche se la mia vera passione è sempre stata la fisica, che, a dispetto dei limitati esami di ingegneria, continuo a studiare tenendomi aggiornato con libri ed alcuni abbonamenti a riviste di settore, non di quelle che si possono trovare in edicola, quelle di fisica vera direttamente trattate dai centri di ricerca.

Sono curioso per natura, e tendo ad essere particolarmente distratto da ogni nuovo stimolo, cosa che mi porta ad occuparmi di svariati argomenti contemporaneamente, a volte davvero diversi tra loro come la cucina o la meccanica…tendo a cambiare spesso prospettive di studi, ma se questa cosa è per la scuola tradizionale un bel problema, risulta invece un vantaggio quando si è liberi da vincoli imposti.

Un consiglio che lascio a tutti voi è quello di guardare verso l’alto, non accontentatevi di quel che leggete online, sviscerate gli argomenti che vi affascinano e cercate di portare la vostra comprensione sempre un gradino in su, questa è la mentalità giusta.