Lamashtu: Approfondimento

Lamaštu, conosciuta anche come Lamashtu, era un demone femminile e una creatura malevola di rango divino o quasi nella mitologia mesopotamica. Secondo la tradizione, minacciava le donne durante il parto e tentava di rapire i loro bambini durante l’allattamento. Si credeva che poi masticasse le ossa e succhiasse il sangue dei neonati, insomma davvero una brutta entità.

Spesso raffigurata come un essere mostruoso con caratteristiche ibride aveva una testa di leone, denti e orecchie di asino, un seno nudo in mostra, corpo peloso, mani insanguinate con lunghe dita e unghie e, per finire in bellezza (si fa per dire), piedi di un uccello con artigli affilati.

A volte era rappresentata in piedi o inginocchiata su un asino, che allattava un maiale e un cane e teneva in mano dei serpenti; si può dire tutto della cultura mesopotamica ma non che fossero poco fantasiosi.

Lamaštu era vista come una personificazione del male e del caos che minacciava la salute e la sicurezza delle donne e dei bambini. Era associata a diverse sventure, tra cui:

  • Aborto
  • Morte neonatale
  • Malattie infantili
  • Incubi
  • Sterilità

Nel corso della loro storia per proteggersi da Lamaštu, le persone utilizzavano diversi amuleti e incantesimi. Le donne incinte indossavano spesso amuleti con apotropaici, come la figura di Pazuzu, un demone protettore. Erano inoltre recitati incantesimi per allontanare Lamaštu e per proteggere la madre e il bambino durante il parto.

Oggi trova nuova vita con alcune opere di fantasia, tra cui:

  • Il film horror del 2023 “L’esorcista – Il credente”
  • Il videogioco “Shin Megami Tensei: Persona 5”

Secondo tradizione era considerata figlia del dio del cielo Anu ed il suo nome in sumerico era DimmeDim3-me o Kamadme, in ogni caso sempre associata ad altre divinità malvagie, come Pazuzu e Erishkigal.

Fonti: