Degli Yokai abbiamo già parlato, forse senza specificare che effettivamente appartenessero a questa categoria, ma alcuni vi sono certamente noti, come l’ingannatrice Kitsune, oppure il mostro delle paludi Kappa, quello che forse non sapete è che tutti sono sottospecie degli Yokai.

Cosa significa letteralmente? Facciamo un po’ di chiarezza, il termine in se è un insieme di due parole, “yo” Maleficio e “Kai” manifestazione inquietante. Già da questa etimologia possiamo capire che non sia affatto un qualcosa di positivo, ma cerchiamo di scendere più nel dettaglio.

Sostanzialmente ne esistono di tre tipi, gli Yokai con forme animali, quelli con forma umanoide ed infine quelli di origine inanimata… I primi sono delle evoluzioni maligne derivanti appunto da animali o insetti, come ragni, uccelli, rettili vari o pesci, quelli umanoidi sono originati da sentimenti fortemente negativi, come sofferenza, invidia, insomma come i nostri vizi capitali, ed infine, a quelli del terzo tipo appartengono oggetti che, una volta arrivati al centesimo anno, acquisiscono un anima e iniziano a prendere coscienza di se stessi… Manco a dirlo anche questi sono malvagi, perché coverebbero rancore per i proprietari e finirebbero con diventare dei mostri senza pietà. Ora la domanda che vi sta passando per la testa è se trattando bene un oggetto questi acquisisca un anima buona, la risposta è no, le regole non le faccio io ma la strana mitologia.

Noi tendiamo ad associare queste creature mitologiche all’idea che abbiamo di spettro, fantasma o peggio demone, ma nel caso degli Yokai è davvero complicato trovare una collocazione unica, perché spesso, alcune loro manifestazioni, sono considerate malevole, oppure una sorta di portatori di sfortuna, o anche semplicemente maliziose…

Sono quindi delle entità piuttosto stravaganti, costituite da parti umane e parti demoniache, altre volte sono puramente spiriti ed altre volte capaci di vivere in mezzo a noi senza che si riesca ad individuarle, ma se pur capita che facciano del bene non lo fanno mai a scopo di fare propriamente del bene, ma potrebbero farlo per costrizione oppure perché il loro gesto potrebbe portare ad una sofferenza futura ancora maggiore…

Detto questo una cosa è certa, non sono delle cose che si voglia o si debba incontrare, perché nella mitologia nipponica in yokai rientra ogni tipo di entità sovrannaturale, per farne un esempio pratico, sono quelle entità che si ritiene abitino la foresta dei suicidi ed alle quali viene attribuita la responsabilità per tali esisti nefasti, in questo caso parliamo di yokai del secondo tipo, originati da una grande sofferenza, ma non necessariamente, perché non è proprio chiaro dal momento che li si parla anche di Yurei ossia i veri e propri fantasmi giapponesi che non rientrano nella categoria degli Yokai ed in questo caso sono proprio le anime delle persone che hanno trovato la morte nella foresta, perchè secondo tradizione un essere umano che muoia senza poi ricevere un rito funebre adeguato resta perennemente nello stato di Yurei, costretto a vagare tra i vivi con evidente sofferenza e, si suppone, voglia di vendetta, ma ne parleremo più avanti.

Naturalmente chi si inoltri in una tale foresta che non sia un esploratore molto esperto lo sta già facendo a tale scopo, pensare che siano state delle creature simili a spingerlo al fatale gesto non ha davvero tanto senso, eppure, se crediamo almeno un po’ alla vita ultraterrena, non possiamo fare a meno di pensare che qualcosa resti in quel luogo, un energia? Un residuo di male? Che queste influenze possano in qualche modo permeare luoghi simili?

Lascio a voi il compito di farvi un idea, ma per quanto riguarda me non credo che potrei passare la notte da solo in un luogo che si dice infestato da tali esseri…

Chi sono

La mia carriera scolastica è ben lontana dal mondo del paranormale, ho frequentato un Liceo Scientifico ed ho proseguito con gli studi di Ingegneria Elettronica, anche se la mia vera passione è sempre stata la fisica, che, a dispetto dei limitati esami di ingegneria, continuo a studiare tenendomi aggiornato con libri ed alcuni abbonamenti a riviste di settore, non di quelle che si possono trovare in edicola, quelle di fisica vera direttamente trattate dai centri di ricerca.

Sono curioso per natura, e tendo ad essere particolarmente distratto da ogni nuovo stimolo, cosa che mi porta ad occuparmi di svariati argomenti contemporaneamente, a volte davvero diversi tra loro come la cucina o la meccanica…tendo a cambiare spesso prospettive di studi, ma se questa cosa è per la scuola tradizionale un bel problema, risulta invece un vantaggio quando si è liberi da vincoli imposti.

Un consiglio che lascio a tutti voi è quello di guardare verso l’alto, non accontentatevi di quel che leggete online, sviscerate gli argomenti che vi affascinano e cercate di portare la vostra comprensione sempre un gradino in su, questa è la mentalità giusta.