Immaginate un sistema composto da un pannello sullo sfondo che faccia da bersaglio, un fucile capace di sparare palline di plastica e, tra i due, un pannello dotato di una fenditura che permetta il passaggio delle palline. Iniziando a sparare verso il bersaglio molte palline saranno deviate dal pannello centrale, ma alcune riusciranno a passare per la fenditura riportando sul bersaglio una linea in direzione della fenditura. Questo è chiaramente molto intuitivo, ma vediamo ora cosa accade se aggiungiamo una doppia fenditura. Continuando a sparare otterremo sul bersaglio non una ma due linee in direzione delle due fenditure ed anche questo risulta comprensibilmente intuitivo.
Cosa accade se però decidiamo di ripetere l’esperimento con un onda, come ad esempio un liquido, e non un corpo solido macroscopico? Le onde passando per una sola fenditura si comportano alla stessa maniera realizzando sul bersaglio una linea marcata esattamente in direzione del passaggio, ma se le fenditure diventano due ecco insorgere la prima anomalia. Le onde infatti nel caso di due fenditure realizzano un modello di interferenza che riporta sul bersaglio non due ma molte più linee che hanno un massimo centrale e si affievoliscono alla destra ed alla sinistra…
Anche questa esperienza può essere abbastanza intuitiva per chi abbia mai lanciato un sasso in uno stagno, ma se ripetiamo questo esperimento passando ai quanti la cosa non è affatto scontata. Ipotizziamo lo stesso sistema ma capace di sparare semplici elettroni uno per volta attraverso lo stesso sistema dotato di pannello ricevente e pannello con una e poi con due fenditure centrali ed iniziamo a sparare elettroni verso il bersaglio.
Con una singola fenditura il risultato è praticamente identico, e sul bersaglio otterremo una chiara linea che denota l’arrivo degli elettroni, ma quando aggiungiamo una seconda fenditura ecco che qualcosa cambia in un modo inatteso… Gli elettroni iniziano a creare un modello di interferenza simile a quello che abbiamo visto con le onde generate dall’acqua. Quindi gli elettroni si comportano come particelle e come onde? Ebbene si, chiamiamo questa caratteristica “dualismo onda particella”.
Ma allora i ricercatori hanno cercato di capire il perché di questo strano comportamento ed hanno realizzato lo stesso esperimento utilizzando dei sistemi di rilevamento posti nella zona delle fenditure, per capire cosa facesse cambiare natura all’elettrone facendolo comportare a volte da particella ed a volte da onda, ed è qui che tutto diventa davvero interessante, perché quando il sistema fu sottoposto a sensori di rilevamento gli elettroni attraverso le due feritoie crearono sul bersaglio due linee marcate, tipiche del modello associato ad una particella. L’atto di osservare aveva di fatto influenzato la natura delle particelle facendo mutare comportamento, da qui nasce forse uno dei più grandi enigmi della fisica moderna, una indeterminazione che ridimensiona l’uomo e le sue conoscenze.
Quindi quando si dice: Se un albero cade nella foresta e non c’è nessuno a sentirlo, fa comunque rumore? La risposta forse è no.