Cancioffali: L’anima lugubre del carnevale cagliaritano

Amici chi tra voi sia mai stato a Cagliari nel periodo di Carnevale sa bene quanto Re Cancioffali ed il suono ritmico dei tamburi prenda il sopravvento sulla normalità cittadina…

Non possiamo certo paragonare il carnevale cagliaritano a quello barbaricino, che vanta una maggior risonanza e delle tradizioni molto apprezzate in tutto il mondo, ma non è assolutamente da sottovalutare. La tipica processione ritmata prende il nome di “Ratantira” ed una volta che l’hai sentita non puoi più dimenticarla… Durante questa processione rumorosa e decisa un corteo di figuranti scandisce la camminata a suon di tamburi grancasse e piatti suonati con grande impeto come se si volesse raggiungere ogni angolo della città.

In mezzo al corteo fanno capolino dei personaggi di spicco della tradizione spagnola così integrata nel capoluogo sardo ed in particolare il personaggio de “Sa panettera”, tipica del quartiere di Villanova, così maestosa nei suoi tipici abiti sfarzosi e poi “S’arregatteri”, il furfante perdigiorno e ” Su piscadori” e tanti altri…

Ma tra tutti i personaggi spicca Re Giorgio, qui chiamato “Re Cancioffali” un enorme feticcio che incarna tutto ciò che di negativo i Sardi ricordino di lui, la tirannia, l’inettitudine ed il potere nel suo lato più negativo.

Così il Martedì grasso Cancioffali viene condotto dalla folla in processione fino a via Santa Margherita, dove con un grande rogo di stampo tipicamente pagano viene bruciato a simboleggiare la fine del suo odiato regno.

E se questo non vi incuriosisce non so proprio cosa possa farlo 😉