Universo Olografico

Universo Olografico

E se tutto ciò che ci circonda in realtà non fosse come lo vediamo? E se noi stessi non fossimo quel che pensiamo?

Immagina un mondo ispirato ad una simulazione, come The Sims per intenderci, tutto è stato creato per noi con il solo scopo di verificare i nostri comportamenti. Ma allora anche noi che saremmo? Degli Avatar? Ma la domanda più importante sarebbe chi avrebbe creato questa realtà?

Questa teoria seppur incredibilmente stravagante è stata presa in considerazione da diversi fisici teorici.

13 piano 2Per meglio spiegare la cosa vi propongo un video


Tratto da Wikipedia:

Nel suo libro Universo, mente e materia[1], Bohm teorizza l’esistenza nell’universo di un ordine implicito (implicate order), che non siamo in grado di percepire, e di un ordine esplicito (explicate order), che percepiamo come risultato dell’interpretazione che il nostrocervello dà alle onde (o pattern) di interferenza che compongono l’universo.

Bohm paragona l’ordine implicito a un ologramma, la cui struttura complessiva è identificabile in quella di ogni sua singola parte: il principio di località risulterebbe perciò falso. Poiché Bohm riteneva che l’universo fosse un sistema dinamico in continuo movimento, mentre il termine ologramma solitamente si riferisce a un’immagine statica, Bohm preferiva descrivere l’universo utilizzando il termine, da lui creato, di Olomovimento.[2]

Dopo l’esperimento del 1982, in cui il teorema di John Stewart Bell viene confutato da Alain Aspect, rivelando una comunicazione istantanea fra fotoni a distanze infinitamente grandi, Bohm, che si era già confrontato con lo stesso problema durante la sua riformulazione del paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen, ribadì come non vi fosse alcuna propagazione di segnale a velocità superiori a quella della luce, bensì che si trattasse di un fenomeno non riconducibile a misurazione spaziotemporale.

Il legame tra fotoni generati da una medesima particella sarebbe dovuto all’ordine implicito, nel quale ogni particella non è separata o “autonoma”, ma fa parte di un ordine atemporale e aspaziale universale, cioè l’Olomovimento, il cui modello matematico implica uninsieme di variabili nascoste. Bohm scrisse che «dobbiamo imparare a osservare qualsiasi cosa come parte di un’Indivisa Interezza» (Undivided Wholeness),[3] cioè che tutto è uno.

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